"Vedo i fiumi dentro le mie vene, cercano il loro mare, rompono gli argini, trovano cieli da fotografare..

Sangue che scorre senza fantasia porta tumori di malinconia.." - F. De Andrè, Un ottico

lunedì 16 maggio 2011

Dal Memoriale di Viale G. - ultima sera - Reloaded

Sono passati più di nove mesi da quando ho scritto questo post. L'ho riletto quasi per caso, e ho deciso di riproporvelo, ora. Ho provato a dire "No, lo posto fra altri tre, quando sarà passato un anno.." ma è stato più forte di me; un po' perché già la mia vita è un pochino cambiata, già dieci giorni dopo averlo scritto, un po' perché a volte mi chiedo ancora se finirò come quella paglia, sola nel pacchetto. A volte mi sento ancora come lei.
Un po' per dirvi che non l'ho fumata, l'ho buttata via insieme a tutto il resto, e ho smesso per sempre.
Ma, credo, solo dopo morto potrò dire se sono stato come lei... Ad ogni modo, credo di essere un po' cambiato (spererei in meglio) da allora..


Dal Memoriale di Viale G. - ultima sera -  Lun 9 Agosto 2010


È strano come passa il tempo. A marzo, quand'è iniziato l'ultimo semestre, quando sono ritornato qua, al 309 di questa via dimenticata da dio, avevo provato ad immaginare come sarebbe stato l'ultimo giorno di permanenza in città. In questo appartamento. Ma mi metteva tristezza, al che non ci facevo più di tanto caso. E invece quel giorno è arrivato.
Ed eccomi qua, alle 4 e mezza del mattino, sul terrazzo dell'appartamento, a pensare che questo è l'ultimo giorno che ho vissuto da cittadino.
Non è caldissimo, anche se qua in braghe e maniche corte, si sta più che bene. Sta per piovere, me lo sento, tira un'aria leggera,  fresca.
Torno in sala, ho lasciato il pacchetto in cima al tavolo, ne sono rimaste solo quattro.

Prima sigaretta
Dal terrazzo al tavolo della sala ci saranno si e no 3 metri, il fatto è che devo aprire questa porta del cazzo che cigola e fa un rumore assurdo, e non mi va di svegliare gli altri, ma la devo chiudere per forza, altrimenti le tende con questo vento si gonfiano e potrebbero tirare giù quella roba che è li, in cima al mobile di fianco alla porta.
Sono appena tornato da una bella serata, che ovviamente è diventata nottata, e poi mattino.  Succede sempre così. E chi ci pensa al tempo mentre stai saltando sulla terra che gira. Diventa tutto relativo.
Ovviamente ho bevuto un po', non me ne vanto no, ma ci stava stasera, è una di quelle sere che non capitano sempre, e volevo essere sicuro di non aver pensieri per la testa, di non pensare alla partenza, di divertirmi insomma. Che poi, non ce ne sarebbe bisogno, uno come me di cazzate ne fa mille anche da sobrio, che mi divertirei solo a guardarmi. Che discorso inutile.

Seconda sigaretta
Mi rendo conto di quanto sia preziosa l'aria che respiro fumando queste sigarette. Tra un tiro e l'altro di tabacco, nicotina, e anidride carbonica, fare un tiro di puro ossigeno col fumo lontano fa la differenza. Nel frattempo ha cominciato a scendere una pioggerellina sottile, che manda in terra tutta quella polvere che resta sospesa in aria qua in città, e permette di respirare un po' meglio. Manda in terra anche il fumo che spedisco oltre la ringhiera del terrazzo, perforandolo goccia per goccia, senza farlo salire neanche un po' nell'aria.
Dovrei essere felice per l'aria un po' più fresca e pulita. Ma con questa merda in bocca non me ne rendo molto conto. Tutto quello che sento ora è soltanto un gusto amaro ma piacevole, e una palla di catarro che mi è arrivata in gola. Segno che forse i polmoni non sono ben contenti di quello che gli sto buttando dentro e stanno facendo di tutto per respingerlo in fuori. E allora lo spingo fuori. L'ho sputato giù, di certo non si è confuso con la pioggia e quando è caduto da questo quarto piano ha fatto il suo rumore distinto. Non mi preoccupo che qualcuno possa avermi visto pensando che faceva schifo, non c'è nessuno in giro.
Però mi sento un idiota. Mi sto facendo male, in fondo, lo so, ma mi piace. Mi sento più leggero ora, più rilassato. Più tranquillo. Pur consapevole che il fumo annebbia il cervello. Ma chi se ne fotte ora, qui, alle 5 del mattino.

Terza sigaretta
Quasi quasi finisco il pacchetto. E poi caccio via tutto. Accendino, pacchetto vuoto, pensieri, e me ne vado a letto.
Mentre accendo ha smesso di piovere. La brezza è rimasta però; non mi dispiace. Penso, è bella Modena. È bella. Anche se adesso davanti a me vedo solo una via di merda, che sta dormendo, recintata da una fila di macchine da un senso e dall'altro, separate solo da un'infinita aiuola di querciole, che per quanto sia poca e misera la terra che le circonda, povere, sono l'unica cosa che qua, mi ricorda la montagna.
Penso, è bello stare qui, tra la via Emilia e il West. Questo è il West. Dove nella via incontri gente che viene da ogni parte del mondo. Si, questo è il West, dove finisce Modena, alla fine della via poi, non c'è più niente. Finisce tutto. Penso, Modena è bella anche da qui. E chi non c'è mai stato, su questo fottuto terrazzo, fumando una cazzo di Winston blu alle 5 del mattino, non lo può capire. Si è perso un pezzo di città. Chi conosce questa via mi risponderebbe senza problemi: "Tientela!". Certo che me la tengo, idiota. E la porterò sempre nei miei ricordi. Questo pezzo, e tutti gli altri pezzi. Dove sono passato una volta sola, dove mi sono perso, dove ho fatto rally, dove ho consumato le gomme del 106. Anche dove sono passato mille volte, ma in mille altrettante situazioni diverse; che sono i dettagli a fare la differenza. Che piazza grande sarà sempre ferma li, ma se ci passi col sole, con la neve, di notte, da ubriaco, sarà sempre diversa. Ecco, credo siano i ricordi che fanno grande un posto dove sei stato. E io di Modena ne ho parecchi. Da questo punto di vista, non avrei problemi a dire che Modena è più grande di Bologna. Si, sono un folle, forse.
Ma anche la follia è relativa, come relativo è il tempo che sta passando adesso. Me ne accorgo dalla luce che spunta silenziosa da laggiù, e non me n'ero reso conto. Puttana non mi ha detto niente, ma da qualche parte albeggia ora tra i monti dove il sole rosso che nasce lo puoi vedere. Qua no, in questa via lo vedi pallido e alle nove, se ti va bene.
Però qualcosa l'ho sentito, era il rumore del Ducato del forno, quello dove andavamo a fare colazione. Chissà dove lo porta il pane, me lo sono sempre chiesto. Peccato che il profumo del forno non arrivi fino a qua, sarebbe bello adesso, mentre osservo stanco questo tizio che non so chi sia, che mette in moto la Fiesta vecchia qua sotto e se ne va. A lavorare, forse. Non credo di averlo mai visto, o forse non ci ho mai fatto caso. La vita di città è strana anche per questo. Abiti fianco a fianco ad altre cento, mille persone che non sai chi sono, da dove vengono, cosa fanno. Se solo ci parlassimo potremmo scrivere un libro per ogni storia, e sono convinto che qui, su viale G, verrebbe fuori un romanzo spettacolare. Invece la frenesia della vita di città non ci permette di parlare con gli sconosciuti. Men che meno se non sono italiani.
So però dove andrò io, ora. Via. Via da Modena. E mi dispiace, si, partire.
Non perché forse non farò più questa bella vita, ma perché so che mi allontanerò dalle amicizie e dalle persone con cui mi ero trovato bene in questi anni.
E le amicizie si sa, come gli amori, non possono vivere a distanza. Ci si può parlare si, su facebook o msn. Ma le parole sono vuote e morte, se non si hanno due occhi di fronte a te, a cui poterle dire. Questo mi dispiace tremendamente. Ma non mi rattristo certo. Se un sentimento è vero, sincero, sopravvive nel tempo e nello spazio.
Già, il tempo, quello relativo, lui. Ora mi sono accorto che è passato perché ho finito anche questa. La spengo, prendo le altre due cicche che avevo lasciato sul posacenere, e le metto dentro al vaso nell'angolo del terrazzo. È il cimitero delle paglie, quel vaso. l'ho scoperto un giorno facendo le pulizie, quando avevo alzato il sottovaso che c'è sopra, per buttare via tutto. Ma quello no, è un'opera d'arte, non si può svuotare. È il trionfo della genialità e della pigrizia. Un vaso pieno di paglie fumate. Mica mie eh, son tutte del Berny praticamente, che fino a un mese fa ha fumato e riempito giorno dopo giorno questo bel vaso.
Resta quell'ultima paglia dentro al pacchetto. Ma adesso ho voglia d'acqua. Devo bere. E poi un'altra non la reggo. Basta intossicarsi! Ora mi polleggio un po' sul divano, mentre davanti a me lo schermo trasmette Rainews24, e bevo quest'acqua, benedetto chi l'ha inventata.
Mi alzo in piedi, spengo la tivù, prendo in mano questo pacchetto orami vuoto. Chissà cosa ne farò di quella paglia maledetta rimasta sola. Forse la fumerò domani prima di partire, dopo pranzo. Forse la getterò perché basta, non ne voglio fumare altre. Perché fa male per davvero. Mi sento un po' come lei, adesso. Un po' solo, e soprattutto incerto sul futuro. Chissà che cazzo andrò a fare adesso, quando mi laureerò, chi conoscerò. Cosa farò da grande. Chissà come sarò fra qualche anno. Forse sarò sempre come quella paglia rimasta sola nel pacchetto. O forse no. O forse in fondo, in certi momenti, siamo tutti come quella paglia. Solo il tempo deciderà per noi; si, quello relativo. Quello che ha deciso che ora mi trascino fino al cesso.
E vado a letto.


(Qui il post originale...) A presto blogAmici e Visitors :)



13 commenti:

  1. Ciao!c'è un premio èper te sul mio blog! A presto..Sibilla

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  2. Te lo dissi allora e te lo ridico adesso: questo post mi piace un sacco!

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  3. Molto bello questo post...
    Ti invito a leggerne uno dei miei...si chiama ''L'ultima sigaretta'', cerca nell'archivio del blog o se c'è ancora nei Popular post..
    A presto, Artemisia

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  4. Sibilla: grazie mille, sei gentilissima!!!

    Erica: sia allora che ora mi fece piacere assai che ti fosse piaciuto, e rinnovo il mio grazie di cuore.

    Artemisia: passerò sicuramente quanto prima! Grazie mille!

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  5. Hai fatto molto bene a riproporre questo pezzo, che è di una bellezza struggente. Sembra di essere lì con te, in compagnia dei tuoi pensieri.
    Ciao amico caro!! :-)

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  6. Un grazie speciale per te, Zio Scriba :)))

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  7. Molto molto bello e pieno di sentimento! Hai mai pensato di cominciare a scrivere?

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  8. Francesco: si ma mmm... purtroppo non credo per ora di poter coronare il mio sogno :)
    Grazie di cuore, davvero!

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  9. E' molto molto bello! :) Hai fatto bene a riproporlo perche' non penso di averlo letto prima e ora ho potuto leggerlo con gusto :)

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  10. Vittoria: quando scrittori come te e Zio Scriba apprezzano e definiscono molto bello qualcosa di scritto da me, non posso che esserne onorato, e soprattutto felice :)
    GRAZIE! :D

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  11. Ma che bella voce quest'io narrante! L'avevo già letto e... si, il cambiamento è meraviglioso quando prende, ti soffia in faccia e neanche ti fermi a chiedere se sia meglio o peggio. E' solo diverso e nemmeno te n'accorgi oppure lo capisci subito, come te. Che tu sappia fronteggiare ogni cambio di vento, marinaio!

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  12. Mr.T: grazie :)

    Cristina: mi fa piacere ti piaccia ancora allora:)
    Sei sempre gentile, e hai sempre belle parole.
    Proveremo sempre a fronteggiare il vento!!! :)

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