"Vedo i fiumi dentro le mie vene, cercano il loro mare, rompono gli argini, trovano cieli da fotografare..

Sangue che scorre senza fantasia porta tumori di malinconia.." - F. De Andrè, Un ottico

martedì 20 luglio 2010

La goccia d'acqua

Non se ne accorse subito la goccia d'acqua.
Ancora non sapeva che era schizzata via dall'oceano.
Come quando si fa un incidente in macchina, o ci si sveglia nel cuore della notte: passa qualche frazione di secondo prima di rendersi conto di dove si è. Lo stesso accadde alla goccia.
Fatta schizzare via da due bambini che giocavano sulle coste della Louisiana.
All'improvviso si sentì inutile. Si sentì vuota.
Ora era nella sabbia e si stava pian piano facendo assorbire da quella terra che aveva sempre visto da lontano, curiosa, ma intimorita da quello che avrebbe potuto celare.
E ora era li, invece.
Realizzava istante dopo istante che era arrivata per lei la fine. Ancora per poco Idrogeno e Ossigeno sarebbero stati sposati in lei, in perfetta armonia, poi si sarebbero separati per sempre. Ognuno per la sua strada.
La goccia d'acqua era sempre più fragile e instabile, fino a quando ad un certo punto pensò che lei fino ad un attimo prima faceva parte del grande Oceano.
L'oceano esisteva anche grazie a lei. Tutto quello che era accaduto sui fondali, la vita dei pesci, il plancton, i coralli, la felicità di quei due bambini. Era stato anche grazie a lei.
Lei era l'oceano.
Lei era l'oceano.
Ma proprio in quel momento venne assorbita completamente dalla sabbia, e cessò di esistere.
Ma fu felice. Continuava a pensare che lei era l'oceano, e a che cosa sarebbe diventata.
Forse il guscio di una conchiglia. Di una di quelle conchiglie che rischiano di tagliare i piedi degli umani che camminano sul bagnasciuga.
O forse sarebbe evaporata subito, diventando magari una nuvola. Chissà, forse da quella nuvola sarebbe ricaduta, un giorno, chissà dove.
Mentre scompariva pensava che le sarebbe piaciuto ricadere sul suo Oceano.
Ma le nuvole viaggiano veloci, un po' come i pensieri.
Forse, la prossima goccia d'acqua che vi bagnerà i capelli cadendo dal cielo con la pioggia, potrebbe essere proprio lei.


Foto: Tensione superficiale, after the storm


4 commenti:

  1. Dovrei provare a scrivere anche io da ubriaca!
    Dai, mi piace! Povera goccina!
    Adesso mi è venuta sete però..

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  2. Ah già, questa storia esce dopo una stimolante bevuta di sambuca. Ma se Erica non diceva niente non c'era bisogno di dirlo...
    Grazie :)

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  3. bellissimo.... è il concetto della reincarnazione fatto goccia...se ci pensi una goccia del messico potrebbe riapparire in Italia fatta nuvola..... peccato che non funzioni lo stesso per gli uomini... mi farei dei viaggetti a costo zero di qua e di là del mondo

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