"Vedo i fiumi dentro le mie vene, cercano il loro mare, rompono gli argini, trovano cieli da fotografare..

Sangue che scorre senza fantasia porta tumori di malinconia.." - F. De Andrè, Un ottico

lunedì 31 gennaio 2011

Mentre fuori nevica

Mentre fuori nevica..



Si è addormentata presto Stella, sperando che le previsioni ancora una volta non avessero ragione. Ma si sveglia alle sette e mezza e apre il balcone.
Fuori nevica. Fanculo.
Si mette un maglione e va a fare colazione; che neve o non neve, deve andare a lavorare. Forse le servirà un caffè in più. Forse sarà una giornata un po' pesante.
Cammina col naso gelato, separata dal mondo reale e dalla neve solo dalla sua sciarpa di lana e da tre dita di piume.
Non ne ha voglia di rompersi così tanto il cazzo per star dentro un ufficio dalla mattina alla sera. A vent'anni. E spera solo che la giornata passi tranquilla.

Andrea ha la stessa età, la stessa voglia, la stessa speranza. E mentre fuori nevica non conclude niente, si perde in mille viaggi che lo portano lontano dai suoi obbiettivi.
Osserva la neve, ad esempio; guarda ogni singolo fiocco cadere. E si chiede come in miliardi di milioni di infiniti fiocchi non ci possa essere un cristallo uguale. È uno dei miracoli della natura, ma ora sta già pensando a qualcos'altro. Forse si renderà conto che il tempo gli è volato via con la fantasia solo a sera, all'imbrunire.

Leonardo è dentro la scuola dello stesso paesino di montagna. Vede la neve solo con la coda dell'occhio. Di tanto in tanto si volta per vedere le stalattiti di ghiaccio attaccate alla grondaia. Ma deve guardare la maestra. La guarda ma non la ascolta. Le sue orecchie stanno ascoltando la musica che scende piano dai ghiaccioli della grondaia. Scende a gocce sulla scale d'acciaio della rampa antincendio. E la voce cadenzata della maestra è solo una chitarra d'accompagnamento.
Ascolterà quella voce solo quando la musica della campanella coprirà quella delle gocce d'acqua. E lo saluterà.

Anche Genny torna a casa per pranzo, camminando tranquilla per la sua strada, respirando i fiocchi di neve. Ma per un attimo viene fermata dal passato, da qualche buffa apparizione, che si consuma in fretta come i secondi in un minuto, o come le nuvole che portano questa neve.
Lo sa, e riprende a camminare sorridendo, pensando al suo presente fatto di sole, e immaginando il futuro.

Maurizio pranza, stanco, ascoltando perplesso le notizie del tigì. Poi s'immerge nel divano e fuma una sigaretta, per non sentire più i suoi pensieri pesanti, e soffocarli tra le labbra. Per farli morire tra i baffi e il cuore di cinquant'anni.
E per sentire ancora meno, si abbandona in un sonno effimero e amaro, come il suo tabacco.

La Iole prepara il pane nel forno che va con la legna che ha raccolto un anno prima. Un forno di quelli vecchi, di una volta; di quelli dentro casa, al piano terra, dove attorno si sente odore di festa e di calore. Dove si mangia anche solo respirando.
Lo prepara perché gli piace, perché anche ad ottant'anni la fa sentire viva, utile. Perché ai nipoti piace. Perché se non compra il pane risparmia qualche soldo della pensione.

Marco dalla pianura risale ai monti, ritorna a casa. Spegne la radio piena di menate. Sa che il mondo è brutto, è difficile. Vorrebbe avere di più, più soldi, più certezze.
Ma spegne la radio perché sa che in fondo ha già tutto. Perché sa che l'unica certezza di cui ha bisogno è nel presente, ed è proprio dove sta andando, a casa, che lo aspetta con un sorriso. E un risotto caldo e profumato d'amore.

Medardo invece ha già cenato, e anche se nevica, va al bar come sempre, per farsi la sua partita a briscola con Franco.  Ormai è anni che va così tutte le sere, da quando sono in pensione. D'altro canto non c'è mica molto altro da fare in un paesino di montagna la sera.

Ma alla neve tutto questo non interessa. Continua a scendere fregandosene di tutti.
E lascia ciascuno come dentro ad una palla di vetro, agitata con sarcastica delicatezza da chissà chi. Come se tutto restasse sempre com'è, come se il tempo non passasse mai. Come se le loro vite fossero un pupazzo di neve con la scopa e la carota al naso, mentre fuori è sempre Natale.
Ma la neve è solo una dolce illusione.
E mentre fuori nevica, il tempo passa in faccia a tutti.
Ed è già sera.
Ed è già notte.
Ed è già un nuovo mattino.



12 commenti:

  1. Succede che quando vengo qui, anche la neve pare un pò meno fredda..

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  2. ma che dolcezza di post....
    concordo con Erica... è un post caldo

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  3. bellissimo...mi vien voglia di prendere una tazza di te caldo e guardare fuori dalla finestra sperando che la neve arrivi anche qui.

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  4. Bellissimo post, concordo! E poi io adoro la neve. Mi metto sempre lì alla finestra con il naso schiacciato sul vetro. E le mie coinquiline mi prendono in giro perché sembro una bambina che non l'ha mai vista. Ma, non so perché, la neve mi mette allegria.

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  5. Ho vinto la timidezza, ti lascio un salutino e ti dico che è uno dei più belli che ci sono su Blogger, non che ne abbia visti milioni, però...
    Ciao :)

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  6. Erica: cara te :)

    bussola: grazie anche a te, non credevo esprimesse questa caldosità :)

    Nicola C: qua ne è venuta fin troppa, che di the caldo ne ho bevuti dei litri! :)
    Grazie:)

    puntoepasta: grazie, a volte faccio così pure io.. e torno un po' bambino, che è una cosa che non mi dispiace mai :)

    L'adepta: troppa grazia.. mi fa piacere:)
    Passerò quanto prima anche da te:)
    Ciao!

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  7. Bravissimo, amico mio. La tua sensibilità è come sempre incantevole, e leggere le parole che ci doni è bello come stare dietro un vetro a contemplare la neve che cade.

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  8. anche io mi sono messa dietro al vetro a guardare. Si è un po' appannato, ma ciò che vedo è magico lo stesso.

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  9. Che meraviglia la descrizione di questa neve e delle vita che si svolgono mentre scende. Un post carico di poesia che fa sentire vicini.

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  10. Oh che magia! Una sensazione di caldo sullo sfondo bianco! … sento il profumo del pane sfornato! ;)

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  11. Zio scriba: grazie blog-amico! Mi fa sempre molto piacere leggere le tue parole!

    TuristadiMestiere: sempre magico quello che si vede da un vetro appannato :)
    Ps: gran bel mestiere il tuo!

    Vittoria A.: grazie, mi fa molto piacere che ti piaccia :)

    Mr. Tambourine: grazie! Passerò anch'io da te:)

    petrolio: un sincero grazie anche a te!

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Mi fa piacere anche un semplice "Ciao", sapere che siete passati di qua, che avete respirato un po' l'aria di queste montagne!
Ma potete scrivere quello che volete, come volete! Io non cancellerò mai un commento*, perchè il blog vive e cresce proprio coi commenti! E perchè mi piace chi partecipa, chi pensa, chi scrive! Come canta Gaber
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